L'ira di Berlusconi "Vorrei lasciare l'Italia"
E adesso anche il centro destra pensa alla piazza
MESSINA
Gli verrebbe voglia di abbandonare la politica e lasciare l’Italia, confida Silvio Berlusconi. Un Paese - dice - che ama e per il quale ha fatto e continua a fare del bene, ma dove la sinistra, una parte della magistratura e certi poteri economici fanno di tutto per distruggerlo. Tuttavia - insiste il premier -, non ci sono riusciti in questi ultimi 15 anni e non ci riusciranno nemmeno ora a fargli gettare la spugna. Anzi, più lo attaccano più lui reagisce e si carica, magari dopo un momento di sconforto. La sentenza Mondadori ha scatenato nel presidente del Consiglio una rabbia incontenibile. Ieri, in privato, Silvio Berlusconi si è sfogato con alcuni amici prima di lasciare Milano e durante il ritorno da Messina dove si è recato per la tragedia delle frane.
Il premier, dopo aver sorvolato le zone del disastro, ha incontrato i giornalisti in Prefettura. Volto cupo, nessuna voglia di scherzare e soprattutto di rispondere alle domande. Finito il briefing con la stampa, si è alzato e se n’è andato. Al sottosegretario alla Protezione civile Bertolaso lo aveva detto: «Se mi chiedessero della Mondadori non avrei la forza di mordermi la lingua..., è meglio che non parli in questo momento». Il Cavaliere è sembrato assalito da sentimenti opposti: avrebbe la voglia di lasciare l’Italia, appunto. «Ma sono cose che si dicono - ha spiegato un suo amico - in certi momenti difficili, soprattutto dopo mesi di attacchi su tutti i fronti: solo un uomo forte come lui può resistere». Berlusconi vuole reagire alla tenaglia in cui è stretto. Lo preoccupa anche la decisione che la Corte Costituzionale dovrà prendere domani sul Lodo Alfano. E la sentenza che costringe Mondadori a pagare alla Cir 735 milioni è vista come una ciliegina sulla torta avvelenata che stanno preparando i suoi nemici.
E’ una sentenza profondamente ingiusta, ha ripetuto più volte ieri, arrivata a ciel sereno. Ingiusta e abnorme perché - sostiene - la cifra è incredibile, spropositata anche rispetto al merito del contenzioso. In sostanza, anche se la Mondadori avesse torto quella somma non starebbe né in cielo né in terra. E’ ovvio che si andrà in appello, ma il premier non è ottimista: del resto cosa ci si può aspettare dal tribunale di Milano? Come fidarsi di un giudizio d’appello equanime? Questa, per Berlusconi è giustizia ad orologeria, l’apice di un attacco che va avanti da mesi. Ma andrà avanti con il governo e questa maggioranza che adesso vuole dimostrare solidarietà al suo leader con una manifestazione.
«È evidente - spiega il capogruppo Pdl Cicchitto - che l’attacco al Presidente Berlusconi di precisi settori politici e finanziari è concentrico e lungo più direttrici che vanno dal gossip, all’evocazione degli attentati di mafia del ‘92, ad altro ancora che si prepara e, adesso, a questa sentenza civile dalle proporzioni inusitate ben studiata anche nei tempi». Ecco, quindi, l’ipotesi di una «grande manifestazione popolare», appoggiata anche da Bondi e Quagliariello.
Berlusconi vede addensarsi molte nubi e quindi chiama a raccolta il centrodestra. Portare in piazza il Popolo delle libertà potrebbe essere la risposta, una prova di forza nei confronti di chi manovra nell’ombra a suoi danni. La stessa sentenza del tribunale di Milano è vista come un tassello di una campagna che, dopo averlo colpito nell’immagine, ora punta alle sue aziende, in particolare alla Mondadori, proprio quella guidata dalla figlia Marina che negli ultimi tempi si è esposta molto nella difesa di suo padre. Condanna e cifra sproposita, come il tentativo di volere una Mondadori fallita, è la teoria. E il beneficiario sarebbe, secondo Cicchitto, Carlo De Benedetti, il proprietario della Cir e di Repubblica, che è stata la punta di diamante degli attacchi nei confronti del Cavaliere. Tutto si tiene, continua a ripete Berlusconi durante il suo viaggio per Messina.
Gli verrebbe voglia di abbandonare la politica e lasciare l’Italia, confida Silvio Berlusconi. Un Paese - dice - che ama e per il quale ha fatto e continua a fare del bene, ma dove la sinistra, una parte della magistratura e certi poteri economici fanno di tutto per distruggerlo. Tuttavia - insiste il premier -, non ci sono riusciti in questi ultimi 15 anni e non ci riusciranno nemmeno ora a fargli gettare la spugna. Anzi, più lo attaccano più lui reagisce e si carica, magari dopo un momento di sconforto. La sentenza Mondadori ha scatenato nel presidente del Consiglio una rabbia incontenibile. Ieri, in privato, Silvio Berlusconi si è sfogato con alcuni amici prima di lasciare Milano e durante il ritorno da Messina dove si è recato per la tragedia delle frane.
Il premier, dopo aver sorvolato le zone del disastro, ha incontrato i giornalisti in Prefettura. Volto cupo, nessuna voglia di scherzare e soprattutto di rispondere alle domande. Finito il briefing con la stampa, si è alzato e se n’è andato. Al sottosegretario alla Protezione civile Bertolaso lo aveva detto: «Se mi chiedessero della Mondadori non avrei la forza di mordermi la lingua..., è meglio che non parli in questo momento». Il Cavaliere è sembrato assalito da sentimenti opposti: avrebbe la voglia di lasciare l’Italia, appunto. «Ma sono cose che si dicono - ha spiegato un suo amico - in certi momenti difficili, soprattutto dopo mesi di attacchi su tutti i fronti: solo un uomo forte come lui può resistere». Berlusconi vuole reagire alla tenaglia in cui è stretto. Lo preoccupa anche la decisione che la Corte Costituzionale dovrà prendere domani sul Lodo Alfano. E la sentenza che costringe Mondadori a pagare alla Cir 735 milioni è vista come una ciliegina sulla torta avvelenata che stanno preparando i suoi nemici.
E’ una sentenza profondamente ingiusta, ha ripetuto più volte ieri, arrivata a ciel sereno. Ingiusta e abnorme perché - sostiene - la cifra è incredibile, spropositata anche rispetto al merito del contenzioso. In sostanza, anche se la Mondadori avesse torto quella somma non starebbe né in cielo né in terra. E’ ovvio che si andrà in appello, ma il premier non è ottimista: del resto cosa ci si può aspettare dal tribunale di Milano? Come fidarsi di un giudizio d’appello equanime? Questa, per Berlusconi è giustizia ad orologeria, l’apice di un attacco che va avanti da mesi. Ma andrà avanti con il governo e questa maggioranza che adesso vuole dimostrare solidarietà al suo leader con una manifestazione.
«È evidente - spiega il capogruppo Pdl Cicchitto - che l’attacco al Presidente Berlusconi di precisi settori politici e finanziari è concentrico e lungo più direttrici che vanno dal gossip, all’evocazione degli attentati di mafia del ‘92, ad altro ancora che si prepara e, adesso, a questa sentenza civile dalle proporzioni inusitate ben studiata anche nei tempi». Ecco, quindi, l’ipotesi di una «grande manifestazione popolare», appoggiata anche da Bondi e Quagliariello.
Berlusconi vede addensarsi molte nubi e quindi chiama a raccolta il centrodestra. Portare in piazza il Popolo delle libertà potrebbe essere la risposta, una prova di forza nei confronti di chi manovra nell’ombra a suoi danni. La stessa sentenza del tribunale di Milano è vista come un tassello di una campagna che, dopo averlo colpito nell’immagine, ora punta alle sue aziende, in particolare alla Mondadori, proprio quella guidata dalla figlia Marina che negli ultimi tempi si è esposta molto nella difesa di suo padre. Condanna e cifra sproposita, come il tentativo di volere una Mondadori fallita, è la teoria. E il beneficiario sarebbe, secondo Cicchitto, Carlo De Benedetti, il proprietario della Cir e di Repubblica, che è stata la punta di diamante degli attacchi nei confronti del Cavaliere. Tutto si tiene, continua a ripete Berlusconi durante il suo viaggio per Messina.
5 ottobre 2009 alle ore 19:08
... dove andrebbe, ha HAMMAMED... con il socio della BIRRA... SPERIAMO, PAGO DA BERE A TUTTI
5 ottobre 2009 alle ore 19:20
è costantemente attaccato su tutti i fronti (personale, professionale, politico), chi sarebbe stato capace di respingere a tutto questo???
Proprio perchè ha già i soldi, ci si dovrebbe chiedere: "MA CHI GLIELO FA FARE...."
eppure lo fa... e continua!!!
5 ottobre 2009 alle ore 20:03
Per Di Bartolo
Il fatto che fino ad ora, sfruttando la politica, ha fatto i soldi ed ora detiene un potere che gli permette, nonostante tutte le sue malefatte, di continuare imperterrito ad imperversare.
Ma vi siete mai chiesto cosa in cosa è migliorata l'Italia da quando ha cominciato a far politica?
6 ottobre 2009 alle ore 13:04
amore mio SILVIO,non lasciare Italia,ma dare mi apuntamento,noi va al VILLA IGEA e al tunnel dell amore mondello,che sogno de t'abbracciare,ti consolare amore mio SILVIO,soriso o non,tu e mio raggio di sole,o alora venire con mi a ISRAELE JERUSALEM,sara bello,SOPHIE e SILVIO AL ISRAELE,o al SICILIA,come tu voglio amore mio SILVIO,SOPHIE "I VERY LOVE SILVIO"orenbuchsophie@hotmail.fr
6 ottobre 2009 alle ore 17:40
@ Giunco: perchè i precedenti governi di sinistra cos'hanno fatto? sempre e solo spettegolato?
4 novembre 2009 alle ore 12:11
@Giunco: si usa ancora dare del VOI in Italia? capisco che LEI stia parlando ad un uomo sconosciuto, ma dargli del VOI...Nemmeno Mago Otelma (Buddha ce l'abbia in grazia), si azzarderebbe a tanto! E' dai tempi del fascismo che non si sentiva usare il VOI.
E' un lapsus linguae o cosa?